martedì 1 marzo 2016

Aloe in gel per la conservazione della frutta

aloe fiore

Recentemente è stato brevettato un gel a base di aloe vera utile per creare un film protettivo da utilizzare sui frutti ed estenderne così la loro durata. 
Il brevetto è stato depositato dalla dipartimento di tecnologia dell'alimentazione del Campus di Orihuela Desamparados dell'Università Miguel Hernandez (UMH) di Elche in Spagna,

Il prodotto serve a migliorare il tempo di conservazione e il metabolismo della frutta una volta raccolta, ne impedisce la putrefazione, solamente applicandolo in modo semplice e sicuro sul rivestimento naturale. 

L'obiettivo del brevetto registrato dal dipartimento di tecnologia dell'alimentazione dell'Università Miguel Hernández, in cui lavorano diversi professori e ricercatori che per più di 10 anni hanno studiato le proprietà di molte specie di aloe, è quello di sostituire in maniera più naturale, efficace ed ecologica, le classiche cere che impiegano le imprese agroalimentari sui frutti che vengono successivamente venduti nei supermercati. 


Così spiega il Professor Domingo Martínez, uno dei ricercatori responsabili del progetto. 
Le linee di ricerca si concentrano sulle proprietà dei «frutti con nocciolo, come le ciliegie, prugne o uva, poiché essi sono i frutti più caratteristici della provincia di Alicante». 

Questo prodotto sostituirebbe la cera che normalmente si utilizza, si applicherebbe sopra lo strato protettivo che naturalmente è presente nella frutta e che «di solito si perde nei processi di raccolta, lavaggio e trattamento per la vendita...». Il risultato finale della ricerca migliora tutti questi prodotti, perché non serve semplicemente ad evitare sia la disidratazione, che la perdita di acqua, in modo che il frutto rimanga intatto, ma «l'aloe ha proprietà che aiutano a migliorare il metabolismo del frutto. Non si dimentichi che il frutto è un essere vivente, e una volta separato dalla pianta continua il suo processo biologico, così le proprietà dell'aloe» facilitano questi processi. 
Inoltre, questo sottile strato di gel a base di aloe, "ha proprietà antimicrobiche, e contrasta la putrefazione della frutta..."

Per la preparazione del gel, il dipartimento ha studiato le proprietà di otto differenti specie di aloe, dall'aloe vera sino all'aloe arborescente. 
Quest'ultima ha fornito un importante componente di lipidi e di polisaccaridi, è però la meno produttiva, perché le sue foglie sono molto più piccole dell'aloe vera, è pertanto necessario un maggior raccolto.. 

Il processo è relativamente semplice. Una volta tagliate le foglie della pianta di aloe, esse vengono mmerse in una vasca con acqua per 24 ore fino a quando dalla pianta non viene rimosso il lattice (questo liquido giallastro che emerge dalle foglie). Questo è importante poiché questo lattice contiene concentrazioni elevate di antrachinone, una sostanza che ha molti effetti nella flora intestinale e può causare diarrea ed altre malattie, solitamente è usata nella preparazione di lassativi. 
Una volta eliminata questa sostanza, le foglie vengono tagliate a metà per rimuovere la mucillagine (quel tipo di muco gelatinoso contenuto nell'aloe). 

È proprio questa sostanza che più tardi viene schiacciata per ottenere il gel. 

Tuttavia, non si applica direttamente, perché prima di immergere la frutta in essa per creare lo strato protettivo, viene stabilizzata aggiungendo acidi organici, che tra il resto ne migliorano le proprietà.
Quando questo strato viene applicato sulla frutta, una volta asciutto, è appena visibile. 
Il risultato è un film protettivo assolutamente innocuo e commestibile che migliora l'aspetto del frutto, aggiungendone luminosità, qualcosa di molto perseguitato dai distributori, che cercano di rendere più attraente agli occhi il prodotto al consumo.

Questo brevetto appartiene all'UMH in Spagna,a « è già utilizzata da aziende in Asia, quindi vogliamo espanderci anche qui », spiega Martinez.

Anche così, l'Università potrà continuare la ricerca sulle specie di aloe. 
Mentre l'UMH possiede una piccola piantagione «di circa un acro» di diverse specie, l'obiettivo diventa quello di ampliare le conoscenze di una pianta che può portare molti benefici nel campo della tecnologia alimentare, dopo l'enorme spinta commerciale che ha portato in altri settori nella cosmetica o farmacia e nella cura delle malattie della pelle.








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