domenica 22 marzo 2015

Perché ci piace quello che mangiamo?

Scopriamolo insieme con il libro di John Prescott, Questione di gusto – Sironi editore.

Questione di gusto
Definito dalla rivista Nature come “un banchetto scientifico di prima qualità”, questo saggio ci accompagna in modo scientifico attraverso tutte le esperienze sensoriali di percezione del gusto.

John Prescott, professore di psicologia ed esperto di psicologia della percezione e delle preferenze alimentari, risponde con questo libro ai perché delle diverse predilezioni che ognuno di noi ha degli alimenti.

É noto che l’esperienza del gusto è di carattere prettamente personale e molto soggettiva, tant’è che l’espressione “Ognuno ha i suoi gusti” (che spesso mia figlia utilizza per farmi capire che desidera o non desidera fare una cosa, indipendentemente dagli altri) ha ormai acquisito una valenza molto più ampia del mero ambito gustativo sensoriale.



Dolce, salato, acido, amaro, umami, grasso, quanti sono in realtà i gusti?
Da cosa dipende il gusto?

Partiamo alla scoperta di questo senso, un senso forse meno “nobile”, scalzato dal podio da altri sensi più "blasonati" ma che con essi interagisce costantemente.
Un senso con cui abbiamo a che fare ogni giorno e che ci può inavvertitamente creare anche grossi grattacapi nutrizionali.

Attraverso la psicologia, la genetica, la fisiologia, l’antropologia, il libro ci porta ad esplorare i segreti che sono alla base della diversa percezione sensoriale del gusto.
Perché pochi amano i cavolini di Bruxelles e perché invece a molti piace la cioccolata, sono solo alcune domande a cui Prescott ci risponde in modo esaustivo e scientifico.

Craving e neofobia alimentare, possono apparire termini nuovi per alcuni ma definiscono solamente effetti che abbiamo sicuramente già sperimentato; la voglia impellente e impaziente di un alimento, un gustosissimo dolce per esempio, e la paura e disprezzo per alimenti nuovi alla nostra vista. Tutti aspetti interessanti che meritano approfondimento.

Nella nostra cultura alimentare - Prescott spiega - siamo abituati a mangiare per piacere più che per necessità perché il cibo è ovunque e disponibile.
Questa alimentazione, definita dall’autore edonica, è un qualcosa che comunque ha origini lontane, origini di carattere evolutivo, di quando il cibo era consumato per necessità e non per piacere e che ci ha permesso di sopravvivere e di arrivare dove siamo ora, sani e salvi.

Purtroppo o per fortuna, le cose nel frattempo sono cambiate e questo carattere evolutivo sembra farci più male del previsto, in quest’epoca di abbondanza.
Sono in aumento tutte le patologie legate alla cattiva alimentazione come ad esempio l’obesità, tutte le malattie cardiovascolari, il diabete, le sindromi metaboliche e molte altre.

Perché e come fare per salvarsi?

Scoprire e imparare come il nostro cervello reagisce agli stimoli e memorizza le informazioni gustative attraverso tutti  i sensi è un buon punto di partenza; leggendo questo libro ci si ritroverà immersi in esempi, test, analisi e deduzioni che spiegano in modo efficace come salvarsi senza rinunciare al piacere di un un buon piatto e come imparare ad assaporare menù nuovi più salutari.

Un libro che personalmente ho trovato curioso, stimolante e ben documentato.
Lo consiglio, come l’autore d’altronde, a chi si occupa di cucina e vuole apprendere nozioni nuove per migliorare le proprie ricette, agli appassionati dell’argomento ma anche a nutrizionisti e dietologi che potrebbero trarre numerosi spunti per la loro attività.

Questione di gusto in definitiva non potrà lasciarvi l’amaro in bocca, e chissà che leggendolo, non possiate scoprire di essere dei supergustatori.




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