venerdì 5 giugno 2015
Acrilammide nelle patatine, un occhio di riguardo per questa pericola sostanza
L'EFSA, L'Autorità Europea per la Sicurezza alimentare ha pubblicato da pochi giorni uno studio scientifico atto a valutare la presenza e la quantità di acrliammide negli alimenti.
L'Acrilammide è un composto chimico utile a molte industrie, specialmente cartiere e industrie di produzione di vernici, usato per migliorare la solubilità dei liquidi.
Purtroppo però questo composto chimico diventa pericoloso nell'alimentazione, specialmente se presente a dosi elevate, in quanto è una sostanza neurotossica e classificata cancerogena dal' IARC, Agenzia Internazionale della Ricerca sul Cancro.
Sempre L'EFSA ha valutato e stimato che questa pericolosa sostanza si può trovare con concentrazioni maggiori nelle patatine fritte e in alcuni biscotti.
Esattamente quei prodotti che piacciono tanto ai bambini, perché saporiti e gustosi.
L'Acrilammide può raggiungere livelli da 1 fino a 4 mg/kg in alcuni campioni di patatine, mentre è 1000 volte inferiore nell'acqua potabile.
Anche l'osservazione di alcuni alimenti oltre le patate fritte, altri cereali cotti a elevata temperatura (corn flakes, ma anche certi tipi di pane e pasta), contengono livelli quantificabili di Acrilammide e possono costituire un rischio di cancro per la popolazione generale.
L'Acrilammide si produrrebbe riscaldando a temperatura elevata i cereali.
L'EFSA ha condotto uno studio sulla valutazione dei rischi di questa sostanza nella dieta basata su centinaia di studi scientifici e dei dati raccolti da consumatori, dall'ONG e dal settore dell'industria agro-alimentare.
L'autorità europea ha concluso anch'essa che esiste in effetti una relazione tra fonti di Acrilammide, e rischio di cancro.
Gli studi sugli animali hanno infatti dimostrato che l'Acrilammide è risultata anche genotossica, e che questo composto potrebbe quindi danneggiare il DNA e diventare conseguentemente cancerogena per via genetica.
L'EFSA ha sottolineato che i bambini sono i più vulnerabili.
Dal 2011, la Commissione Europea raccomanda agli Stati membri di aprire indagini quando i livelli di Acrilammide nei prodotti alimentari superano determinati valori.
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